Le regioni alpine stanno “invecchiando” troppo velocemente e bisogna correre ai ripari.
“Entro il 2050 alcune regioni alpine apparterranno in larga maggioranza agli anziani” si legge in una del SAB (Schweizerische Arbeitsgemeinschaft für die Berggebiete – Gruppo svizzero per le regioni di montagna).
Il saldo demografico e l’invecchiamento della popolazione sono le sfide principali che attendono le valli periferiche del Ticino e dei Grigioni, così come altre regioni montane della Svizzera e di tutto l’intero arco alpino. Anche quello italiano.
Il cambiamento demografico ha un impatto più forte nei territori montani rispetto a quelli urbani, rileva il SAB. A preoccupare non è solo il saldo demografico, ma anche il numero di impieghi a tempo pieno.
“Anche lo sviluppo economico mostra la necessità di agire“, afferma il SAB, indicando l’agricoltura e il turismo quali settori fondamentali nei quali investire e puntare per un rilancio dei terriori montani.
Il SAB definisce questo scenario “inquietante” e, proprio per questro, l’organizzazione sostiene da alcuni anni i comuni di montagna che desiderano aumentare la loro attrattività per i giovani e le famiglie, combattendo allo stesso tempo l’emigrazione.