Il ritiro dei ghiacciai della Groenlandia è preoccupante. Siamo arrivati al punto di non ritorno.
Questo in estrema sintesi quanto emerso da uno studio apparso sulla rivista “Nature Communications Earth and Environment“.
La ricerca prende in esame osservazioni trentennali della calotta glaciale presente sull’isola dell’oceano Atlantico. Gli studiosi affermano che si è infranto l’equilibrio che -fino alla fine del XX secolo- vedeva la neve accumulata compensare la quantità di ghiaccio sciolto.
Nel 2019, la Groenlandia, ha perso 1 milione di tonnellate di ghiaccio al minuto. 532 miliardi di tonnellate nell’intero anno. Un triste e preoccupante record che non ha precedenti.
L’analisi delle immagini e dei dati satellitari della Nasa rivelano che i ghiacciai sciolti hanno contribuito all’innalzamento del livello dei mari.
Questo fa crescere ulteriormente il pericolo per le coste. Per dare una stima, si pensi che l’intero scioglimento dei ghiacci della Groenlandia provocherebbe un’innalzamento dei mari pari a 6 metri.
Michalea King, ricercatrice presso il Byrd Polar and Climate Research Center, è lapidaria e afferma:
“Abbiamo preso in considerazione le osservazioni satellitari, le nevicate invernali non riescono a contrastare lo scioglimento del ghiaccio. I ghiacciai si sono ridotti abbastanza da far sì che molti di loro si trovino in acque più profonde, il che significa che è aumentata la quantità di ghiaccio a contatto con l’acqua, che scioglie ulteriormente il ghiaccio e rende ancora più arduo il ritorno alle condizioni precedenti”
Gli effetti del surriscaldamento globale sembrano arrivati ad uno stato di irreversibililità. Possiamo solo cercare di rallentarne il corso ma è necessario agire subito.
Maggiori informazioni sul sito della rivista “Nature Communications Earth and Environment“