Valle del Vajont, tra Veneto e del Friuli-Venezia Giulia. La sera del 9 ottobre 1963 una frana fece esondare la diga del Vajont causando la morte di oltre 2.000 persone.
Quello del Vajont è stato un disastro ambientale ed umano dovuto alla caduta di una frana dal soprastante pendio del Monte Toc nelle acque del bacino realizzato con l’omonima diga.
La tracimazione dell’acqua contenuta nell’invaso coinvolse dapprima Erto e Casso. Il successivo superamento della diga da parte dell’onda generata provocò l’inondazione e la distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra cui Longarone.
Le cause della tragedia, dopo numerosi dibattiti, processi e opere di letteratura, furono ricondotte ai progettisti e dirigenti della SADE, ente gestore dell’opera fino alla nazionalizzazione, i quali occultarono la non idoneità dei versanti del bacino, a rischio idrogeologico.
Il film di Luigi Di Gianni, disponibile in streaming sulla piattaforma AdessoCinema, ricostruisce questa terribile tragedia.
“In Italia c’è un nome in più da ricordare: Longarone. Qui, la notte del 9 ottobre 1963, una colonna d’acqua alta 100 metri e poi … la fine, in un oceano di fango e macerie.”
Con queste parole si apre il documentario “La tragedia del Vajont” di Luigi Di Gianni all’indomani del disastro di 57 anni fa.
Chiudono il documentario le manifestazioni del 24 novembre e del 31 dicembre 1963, con cui i sopravvissuti chiedono che i responsabili siano puniti e di riavere indietro le proprie case.
Vajont: una diga divenuta simbolo di una società in cui il denaro conta più della vita umana.
Il documento conservato alla Cineteca del Friuli è disponibile dal 9 ottobre in streaming sulla piattaforma Vimeo.