Ghiacciaio di Fellaria, Valmalenco (SO). Un video. Tre estati. Evoluzione del fronte dal 2019 al 2021.
Dodici mesi complessivi di ghiaccio esposto alla radiazione solare e alle temperature elevate delle estati del XXI° secolo.
Anche se, oramai, noi ci stiamo abituando a queste temperature (che non ci sembrano più così “anomale”) per i ghiacciai è molto diverso. Per loro non sono le sensazioni a contare ma le temperature reali.
I ghiacciai infatti dipendono solo ed esclusivamente dal punto di fusione dell’acqua: sopra gli 0°C il ghiaccio fonde e la neve si trasforma in pioggia.
Sebbene il ghiacciaio di Fellaria nel suo complesso, per ora, stia risentendo molto meno di altri della crisi climatica, grazie al suo bacino di accumulo che si trova molto in alto, oltre i 3500 m di quota, la sua fronte orientale continua a contrarsi a ritmi molto elevati. In 5 estati la fronte è arretrata di 330 m e ha perso 18 m di spessore, l’equivalente in altezza di un codominio di 6 piani.
Grazie al timelapse è possibile “rendere visibile l’invisibile”. Ciò che allo sguardo umano può “sfuggire”.
Il risultato di questo lavoro risulta oggi utile e significativo perché esce in prossimità dei giorni in cui al #COP26 si potrebbero decidere le sorti del clima del pianeta.
Nel ritiro dei ghiacciai c’è la rappresentazione degli effetti che produciamo come umanità.
Ridurre le emissioni sino ad azzerarle è la via obbligata per cercare di stabilizzare il clima e di conseguenza l’unica possibilità per salvare quel che resterà dei ghiacciai alpini, con buona pace di chi pensa che basti un sudario di plastica per risolvere il problema.
Il progetto di monitoraggio del ghiacciaio di Fellaria-Palù da parte di SGL è supportato dal progetto Interreg Italia Svizzera, B-ICE & Heritage, Comune di Lanzada e da Enlaps.
Si ringrazia inoltre per il supporto Associazione Macromicro On the Trail of the Glaciers e Climbing Technology.