Il tedesco tenterà un 6000 inviolato prima di affrontare in solitaria e senza ossigeno l’Everest (8.848m)
Il prossimo 22 dicembre inizierà il nuovo tentantivo invernale all’Everest di Jost Kobusch. Il giovane alpinista tedesco riproverà la sua impresa (che l’anno scorso aveva abbandonato).
Come nella sua prima volta, l’impresa sarà in solitaria, senza ossigeno supplementare e senza supporto di sherpa.
Quest’anno, l’approccio di Kobusch, sarà ancora più minimalista dell’anno scorso. Allestirà un suo “campo base” –composta dalla sua sola tenda– nel villaggio di Lobuche a circa 3 ore di distanza dai piedi della parete.
Nel frattempo, Jost, è arrivato nella Valle del Khumbu (Himalaya) in compagnia dell’amico Nicolas Scheidtweiler. I due intendono scalare un 6000 per allenarsi e aclimatarsi prima della sua vera impresa in solitaria.
La cima prescelta è una cima inviolata che si intravede da Thorung La, il passo nel gruppo dell’Annapurna nel Nepal centrale, che viene considerato il più elevato al mondo, essendo situato ad una quota di 5.416m
“Spero di poter accedervi -afferma Kobusch-, la montagna non è per niente ovvia… se lo fosse, altre spedizioni l’avrebbero già fatta! Al momento sto esplorando per capire come arrivarci, verificando diverse opzioni”
Dal suo profilo Instagram il tedesco fa anche sapere che:
“Prima di affrontare la vetta di 6000m, abbiamo fatto una breve salita di acclimatazione a un monastero molto remoto, sotto una grande parete.
Il lama che ha meditato qui per anni è morto, e ora sua figlia si prende cura del piccolo monastero. Vive qui, coltiva patate, raccoglie acqua da una sorgente e riceve sostegno dalla gente del posto. Perchè è difficile vivere qui in inverno. Immagina solo pensare di dover portare la legna per il fuoco lassù…
Al momento non è qui, ma a Kathmandu per un’operazione agli occhi. Quindi, questa volta, [ci perdiamo] purtroppo la solita benedizione di viaggio e la tazza di tè.Tuttavia la vista è grandiosa e il posto quassù rimane magico”.