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Simone Moro: riflessioni a tutto tondo sul Manaslu

Campo Base - Manaslu

Il bilancio di un anno di vita dedicato al Manaslu.

Manaslu. Simone Moro è impegnato, assieme al compagno Alex Txikon, nella spedizione invernale.

Dopo più di un mese e mezzo, condizioni avverse, abbondanti nevicate, campo base seppellito dalla neve e “provocazioni“, il bergamasco affida a un post il suo pensiero sull’impresa e sulle salite invernali in generale.

Una riflessione che Moro fa mentre sta per raggiungere un anno di vita dedicato alla sua impresa al Manaslu (sommando tutte le spedizioni fatte fino ad oggi).

Pazienza è la parola chiave. Quasi un mantra che ogni alpinista, intento ad affrontare simili imprese, deve sempre esercitare e tenere a mente.

La spedizione invernale al Manaslu -scrive Simone Moro sul suo profilo facebook– è cominciata ormai da quasi 50 giorni da quando ho deciso di acclimatarmi preventivamente nella valle dell’Everest a inizio dicembre e dove con tempo e condizioni splendide ho salito con Pasang Rinzee prima il Lobuche Peak di 6145 metri e successivamente l’Ama Dablam 6812 m.

Poi è arrivato il vero inverno e con esso le difficili condizioni meteo e il mio quarto tentativo all’ottava montagna della terra, il Manaslu 8163 m, sta rivivendo le difficoltà incontrate nel 2015, nel 2019, nel 2020.

Ora la spedizione ha ancora 40 giorni di tempo, più che sufficienti per raggiungere finalmente l’obbiettivo, ma questi giorni di ulteriori previste nevicate hanno definito il momento di STASI che io, Alex e il resto del Team stiamo vivendo.

Sto per raggiungere un anno di vita, 12 mesi, dedicati al Manaslu e all’attesa delle condizioni meteo e della montagna favorevoli ma che ancora non sono giunte. E se moltiplico questi periodi di attesa per le 21 spedizioni invernali che ho voluto fare (sulle 70 in totale che ho vissuto) mi fa capire quanto l’esercizio della pazienza sia una qualità e un esercizio che è richiesto per questo tipo di alpinismo.

Con qualsiasi stile si decida di scalare, le invernali sugli 8000 sono tutt’altro che una passeggiata e nessuno senza eccezioni ha collezionato facili e abbondanti successi in questo tipo di avventure verticali. Io per primo mi appresto per rimandare ormai a Febbraio il gioco della mia quarta partita al Manaslu.

Esattamente trentotto anni dopo la prima e unica salita invernale realizzata dai mitici e ineguagliabili polacchi.

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