Sono in corso i rilievi della neve al suolo da parte della Commissione Glaciologica SAT in collaborazione con l’Ufficio Previsioni e Pianificazione (Meteotrentino) ed il Muse su alcuni ghiacciai della Provincia di Trento.
In particolare i lavori si sono concentrati sulla Marmolada, su La Mare ed il Careser nel Parco Nazionale dello Stelvio – Trentino.
Tutte operazioni che consentiranno di elaborare un bilancio della massa del ghiacciaio.
“Proseguono in questi giorni in collaborazione con l’ufficio Previsioni e Pianificazione (Meteotrentino) ed il Muse i rilievi della neve al suolo su alcuni ghiacciai campione in provincia. -scrive il servizio sulla propria pagina facebook che prosegue –
Viene misurato lo spessore della neve in punti specifici ed in un punto rappresentativo viene realizzata una trincea nella neve per rilevare temperature e densità del manto nevoso in modo da produrre un bilancio di massa del ghiacciaio.
I dati sono ancora in elaborazione, ma una cosa è certa..
abbiamo scavato quasi la metà del solito, e questo rende già l’idea della situazione..”
Situazione analoga in Lombardia dove il Servizio Glaciologico Lombardo dall’Adamello denuncia un’eccezionale fusione in quota con formazione di lagh sopraglaciali.
“Nelle ultime due settimane di temperature eccezionali -si legge sul loro profilo facebook– hanno provocato una rapida fusione dello scarsissimo manto nevoso fino a quote ben superiori ai 3000 m. L’intensità della fusione nivale è stata talmente elevata da provocare la formazione di alcuni laghi sopraglaciali su diversi ghiacciai nella nostra regione .
Questi piccoli specchi d’acqua del tutto effimeri si formano in piccoli avvallamenti. Perchè l’acqua non defluisce facilmente in primavera? La capacità di “drenaggio” da parte del ghiacciaio è molto dipendente dalla stagione, i condotti in pressione all’interno e sul fondo del ghiacciaio si formano e si espandono progressivamente durante l’estate raggiungendo la massima capacità in agosto/settembre. Quando all’inizio dell’inverno l’acqua di fusione viene a mancare a causa dell’abbassamento delle temperature, i condotti ormai svuotati collassano sotto la pressione del ghiaccio stesso. Proprio per questo motivo ad inizio estate, se la fusione è molto rapida, il ghiacciaio non riesce a drenare rapidamente l’acqua permettendo così la formazione di questi piccoli laghi superficiali.”
Nella sostanza stiamo assistendo a una situazione di innevamento tra le più scarse degli ultimi decenni. I dati non sono ancora stati elaborati ma il quadro è allarmante e sembra coinvolgere indistintamente tutto l’arco alpino.