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Clima: mai così poca neve sulle Alpi!

Ginepro

Durata del manto nevoso e cambiamento climatico vanno a braccetto da secoli

Nell’ultimo secolo la persistenza della neve si è ridotta di oltre un mese sulle Alpi. Si va a segnare così il record negativo dai tempi di Cristoforo Colombo e Leonardo da Vinci.

Queste le conclusioni di uno studio realizzato da un gruppo di ricerca dell’Università di Padova e dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (ISAC) del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) di Bologna e pubblicato sull’autorevole rivista scientifica Nature Climate Change.

Lo studio condotto Marco Carrer, Raffaella Dibona e Angela Luisa Prendin, dell’università di Padova, e da Michele Brunetti, dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isac – Cnr) ha analizzato lo spessore degli anelli di accrescimento del ginepro determinando il numero dei giorni nei quali le piante hanno interrotto la loro crescita a causa della copertura nevosa.

Abbiamo scoperto che un arbusto estremamente diffuso, il ginepro comune, quando si trova in alta quota ha un portamento strisciante sul terreno, ovvero cresce orizzontalmente molto vicino al suolo, ed è in grado di registrare nei suoi anelli di accrescimento la durata della copertura nevosa” spiega Marco Carrer dell’Università di Padova e primo autore dello studio. “Infatti, essendo alto poche decine di centimetri, la sua stagione di crescita dipende fortemente da quanto precocemente riesce ad emergere dalla coltre bianca che lo ricopre”.

Lo studioso poi prosegue affermando che

Per la prima volta siamo riusciti a ricostruire la durata del manto nevoso su quasi tutto l’arco alpino italiano degli ultimi 600 anni” Ne emerge che tra un anno e l’altro ci sono fluttuazioni importanti, ed è normale che sia così, ci sono dei periodi un po’ più lunghi che si discostano dalla media ma il dato molto evidente è che tra il 1400 e il 1900 siamo stati su livelli più o meno stabili ora invece, da diversi decenni si assiste a una costante discesa.

Michele Brunetti dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche

E’ “come se le Alpi si fossero abbassate di quasi 300 metri.A 2.000 metri la durata della neve oggi è come quella che si registrava qualche decennio fa a 1.700 metri!”

Studiare la persistenza della neve consente di misurare di fatto i “serbatoi” che garantiscono l’approvvigionamento d’acqua anche nei periodi caldi e senza piogge.

Da qui la necessità di sviluppare strategie di adattamento per alcuni dei settori ambientali e socioeconomici più sensibili.

Lo studio completo può essere consultato direttamente sul sito di “Nature Climate Change

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