Il piano del Governo ha visto una levata di scudi generale e compatta da parte del mondo dello sci. La decisione di tenere chiusi gli impianti per far fronte alla pandemia non è piaciuta a Federturismo e Anef.
Anche i grandi nomi dello sci si sono schierati contro questa decisione del Governo. Tra questi Alberto Tomba, Federica Brignone e Gustav Thoeni che si sono detti favorevoli all’apertura delle piste da sci.
Chi invece si sente di sostenere l’operato del Governo è “Il Re degli Ottomila“, Reinhold Messner.
La montagna -afferma Messner- è sempre stata vista come luogo dove sciare.In realtà questa è un’analisi errata o quantomeno parziale.
Lo sci è una delle tante attività che si possono svolgere sulle vette, ma non l’unica.
Si riducono la montagna, la neve e il turismo, all’industria degli impianti di risalita e ai caroselli sciistici.Chi vive nelle città, in Europa e in Italia, viene convinto che non ha senso il tempo libero in alta quota senza gli sci ai piedi su una seggiovia.
Il Covid offre l’opportunità per aggiungere a tutto questo il più vasto universo della libertà.
La montagna autentica in inverno resta anche sci alpinismo, sci da fondo, slitta, ciaspole, escursionismo e pattinaggio su ghiaccio.
Non si può concludere che senza piste da discesa aperte si vieta alle persone di rigenerarsi nella natura alpina.
L’alpinista continua affermando.
Con il Covid-19 -continua l’alpinista- rispettare le regole è fondamentale.
Il governo di Giuseppe Conte sembra si stia muovendo bene anche perché non si possono sacrificare migliaia di vite per avere il consenso di chi pretende di comportarsi come se il virus non uccidesse più.L’unica speranza è che passato il Natale la situazione torni sotto controllo. Aspettare gennaio per riaprire piste e impianti, se gli indici di contagio lo consentiranno, non è una scelta: è un dovere.
Ma deve essere chiaro che la montagna, anche in inverno, resta un universo di libertà immenso, sicuro e ricco di opportunità.
Spero che questa, per le Alpi così come per l’Ue, possa essere la grande occasione per dimostrare che la montagna non è solo un’industria e che la Ue non è solo una somma di lobby statali. Io prego che oggi questi due mondi sappiano lottare contro il Covid con lungimiranza e unità.
Serve coesione tra tutti i paesi europei e una coordinazione, per evitare di commettere gli stessi errori del recente passato e non lasciare nessun indietro.
Europa e Regioni si sono mosse in ritardo e in ordine sparso, anteponendo le pressioni economiche alle ragioni sanitarie. Il risultato è stata la riesplosione dei contagi.