Che il periodo sia duro, complesso e complicato non vi è dubbio. E non solo per gli appassionati di arrampicata.
Qui però parliamo di montagna, arrampicata e sport legati a questo mondo.
Ecco perché parliamo della petizione lanciata dagli utilizzatori e dai gestori delle palestre d’arrampicata indoor.
Nei pochi mesi di apertura del 2020 sono stati predisposti e rispettati rigorosamente i protocolli federali, approvati da CTS, che comprendono il tracciamento personale, il non utilizzo di spogliatoi e docce, gli ingressi contingentati, la disinfezione frequente degli ambienti, la separazione dei flussi di persone in entrata ed uscita.
In Italia non si ha notizia di alcun focolaio Covid partito e sviluppato in una palestra di arrampicata. Eppure siamo ancora chiusi e i ristori predisposti dal governo non arrivano neanche lontanamente a coprire le spese fisse e sono ridicoli se confrontati alle misure analoghe predisposte ad esempio in Inghilterra e Germania.
Per carita, non si vuole andare a cercare colpe o colpevoli ma questo regime di “incertezza” non aiuta a vedere vie d’uscita da questa situazione di stagnazione.
Se volete contribuire a far sentire la voce degli appassionati d’arrampicata, potete firmare la petizioni su “change.org“.