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Nanga Parbat: Hervé Barmasse “bloccato” sulla Rupal

Barmasse Gottler - Rupal

Come si passa una giornata in poco più di due metri quadrati?

Il valdostano gioca con il termine “bloccato” per fare il punto della situazione. Hervé Barmasse si trova a quota 6.200m sulla parete Rupal del Nanga Parbat con il tedesco David Gottler (sono rimasti solo loro due dopo l’abbandono dell’americano Mike Arnold).

Ricordiamo che la parete Rupal sviluppa in 4.500m e non è mai stata scalata in inverno ma adesso veniamo al post di Barmasse

Il termine bloccati fa paura. Sopratutto per chi legge da casa. Ma come tutte le parole anche questa può essere interpretata.

Bloccato significa non muoversi, ma nel nostro caso verso l’alto. Verso ciò che ambiamo e che vorremmo raggiungere.

È così che è iniziata la giornata a 6200. Con una riflessione guardando le nuvole che coprivano la vetta del Nanga Parbat in uno spazio ridotto di pochi centimetri dove decidiamo di fermarci perché siamo alpinisti che puntano a 8000 metri e stare in quota aiuta ad acclimatarci. Ma come si passa una giornata in poco più di due metri quadrati.

Per fortuna avevo con me il telefono e la musica. La musica aiuta, motiva, rasserena fa riflettere e soprattutto ti estrania da quello spazio ridicolo per farti volare e viaggiare.

Poi ovvio, il nostro mestiere insegna l’arte della pazienza, la calma e non sentire pressione là dove altri si sentirebbero fuori luogo; soprattutto fuori dalla propria zona di comfort. Forse l’unica cosa a cui non ti abitui mai sono le posizioni scomode e ripetitive che puoi assumere in una tenda così piccola… ma come dico sempre, e poi non lo faccio mai, appena rientro a casa inizio a fare Yoga.

Cala il sole, il vento inizia ad aumentare. Le raffiche si fanno più forti e il freddo più intenso. Alle 18 prepariamo la cena… ciò significa più di un’ora di fornello e per errore la mia è una mezza porzione visto che ho calcolato male la razione. 10 cucchiai di zuppa e senza aver pranzato non sono un granché.

Mi consolo con il dolce: la barretta naturale al cacao. Infine riprendiamo la prima delle nostre tre posizioni per cercare di dormire. Di lato, destro o sinistro. O fissando il soffitto della tenda.

Ma come si fa a dormire se è tutto il giorno che non ti muovi? E come si fa a dormire se il telo della tenda inizia a prenderti a schiaffi?

Domani l’ultima parte del racconto.

Foto dal profilo Facebook di Hervé Barmasse

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