Un’impresa fantastica, quella di François Cazzanelli e Francesco Ratti, che vuole essere anche un omaggio al grande alpinista veneto Renato Casarotto.
Correva l’anno 1982, quando il vicentino di Arcugnano, realizzò questa impresa in solitaria e in inverno.
Le due guide del Cervino sono partite mercoledì 29 luglio dalla Val Veny e rientrati venerdì 31 luglio. Hanno percorso la via Ratti-Vitali sulla parete Ovest dell’Aiguille Noire de Peutèrey, la via Gervasutti-Boccalatte al Picco Gugliermina, la via Bonington al Pilone Centrale del Frêney, per giungere in vetta al Monte Bianco dove hanno continuato fino al rifugio Gonnella.
A distanza di 38 anni dall’impresa la ripetizione è arrivata anche se con una filosofia di base differente. Nel 1982 Casarotto puntava molto sul concetto di “vivere la montagna” in inverno quale stile per affrontare la sfida (che all’epoca durò 15 giorni) mentre le due giovani guide hanno voluto affrontare il concatenamento in velocità e in estiva.
“Con il mio socio Francesco Ratti, ne abbiamo combinata un’altra delle nostre. Mercoledì 29 luglio siamo partiti alle 01:00 dalla Val Veny precisamente dalla frazione di Freney, dove inizia il sentiero per il rifugio Monzino, per ripetere il “Trittico” del Freney” (legato indissolubilmente all’invernale di Renato Casarotto) e dopo 46 ore siamo arrivati al Combal, dove parte il sentiero per il rifugio Gonnella. Siamo rientrati ieri sera, 31 luglio con in tasca questo meraviglioso concatenamento, estremamente tecnico, realizzato il più velocemente possibile nel periodo estivo, quando le condizioni climatiche sono più clementi.
Abbiamo percorso la via Ratti-Vitali sulla parete ovest dell’Aiguille Noire de Peutèrey, la via Gervasutti-Boccalatte al Picco Gugliermina, dove abbiamo bivaccato sotto un grosso sasso a causa dell’arrivo di un temporale che non ci ha dato la possibilità di riposare come avremmo voluto. Il giorno seguente, abbiamo proseguito per la via Bonington al Pilone Centrale del Frêney, per giungere poi in vetta al Monte Bianco e scendere a valle per la via del Gonnella fino al Combal arrivando alle 23 del 31 luglio. Con un dislivello di arrampicata su roccia di 2150 m ed un livello di difficoltà, in arrampicata che si aggira tra il TD e il TD+ (forti difficoltà alpinistiche su roccia e ghiaccio), con enormi dislivelli in salita per raggiungere gli attacchi, per gli spostamenti e per le discese. In totale abbiamo salito un dislivello di circa 4300 m.
Il nostro è un omaggio a Casarotto, ben consapevoli che ci discostiamo dalla sua impresa per filosofia e periodo, noi in estate, lui in inverno e in solitaria.”
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